Tappa 4: le Collina di Lari
Tappa n. 4: Le Colline di Lari
Da Lorenzana a Casciàna Terme attraverso le vallate dell’Isola, della Créspina e dell’Écina
Una tappa dedicata ad una terra che fu sempre di confine - tra bizantino-romani e longobardi prima, tra le città-stato di Pisa, Volterra, Lucca e Firenze poi - e per questo, per mezzo millennio, per volere della Repubblica di Firenze, fu anche sede del governatore (vicàrio) della Val d’Era e delle Colline fino a Palaia. La tappa ci porta a Créspina, con la magnifica Villa Belvedere, alla cittadina fortificata di Lari (di origine etrusca e con raccolta museale di interesse archeologico al Castello), a Usigliano, al Santuario della Madonna dei Monti (dal quale si dominano tutte le colline circostanti) e a Parlascio (“luogo sacro degli orsi”) che – nei pressi della sua bella parrocchiale (una delle più ricche d’arte del cammino) – ha negli ultimi anni restituito una gran messe di reperti etruschi (in mostra a Casciàna Terme). Il fine tappa offre la possibilità di farsi un bel bagno alle Terme di Casciana, che dal Rinascimento son state frequentate da regnanti e personaggi illustri come l’erudito umanista Ciriaco d’Ancona, Paola da Mantova, Pietro Leopoldo di Toscana e il grande poeta toscano Dino Campana, qui giunto con la scrittrice Sibilla Aleramo, protagonisti di un “Un viaggio chiamato amore”.
Da Lorenzana a Casciàna Terme attraverso le vallate dell’Isola, della Créspina e dell’Écina
Una tappa dedicata ad una terra che fu sempre di confine - tra bizantino-romani e longobardi prima, tra le città-stato di Pisa, Volterra, Lucca e Firenze poi - e per questo, per mezzo millennio, per volere della Repubblica di Firenze, fu anche sede del governatore (vicàrio) della Val d’Era e delle Colline fino a Palaia. La tappa ci porta a Créspina, con la magnifica Villa Belvedere, alla cittadina fortificata di Lari (di origine etrusca e con raccolta museale di interesse archeologico al Castello), a Usigliano, al Santuario della Madonna dei Monti (dal quale si dominano tutte le colline circostanti) e a Parlascio (“luogo sacro degli orsi”) che – nei pressi della sua bella parrocchiale (una delle più ricche d’arte del cammino) – ha negli ultimi anni restituito una gran messe di reperti etruschi (in mostra a Casciàna Terme). Il fine tappa offre la possibilità di farsi un bel bagno alle Terme di Casciana, che dal Rinascimento son state frequentate da regnanti e personaggi illustri come l’erudito umanista Ciriaco d’Ancona, Paola da Mantova, Pietro Leopoldo di Toscana e il grande poeta toscano Dino Campana, qui giunto con la scrittrice Sibilla Aleramo, protagonisti di un “Un viaggio chiamato amore”.
Mappa della tappa n. 4:
Si esce da Lorenzana dalla parte della valle del fiume Isola in direzione Créspina: si intravedono, a sinistra, le colline di Tremoleto (che nel XVIII secolo fu sede del governatore del locale feudo dei conti Lorenzi) e Vicchio e, sulla destra, le colline di Mazzagamboli (che nel XIII secolo fu roccaforte del “podere” del clan degli Upezzinghi, eredi dei Cadolingi, che avevano fatto di queste colline la loro base per contrastare l’espansionismo della Repubblica di Pisa). Tappa successiva è il Belvedere di Crespina, dove il cammino passa davanti alla monumentale Villa Del Testa del Tignoso con annesso Oratorio del Santissimo Nome di Maria e San Ranieri (visitabile su prenotazione). A Crespina (toponimo etrusco) si visiti la Parrocchiale di San Michele Arcangelo (con importanti opere del Trecento toscano), la vecchia chiesa di San Michele e l’Oratorio di San Rocco (sempre su prenotazione) e la Casa Museo Carlo Pepi (con importantissime collezioni d’arte toscana otto-novecentesca; prenotare).
A Lari (dove potreste fare anche una sosta per il pranzo) gli elementi stratificati di varie epoche - etrusca (toponimo, tre accessi principali come prescritto dalla prassi della così detta “etrusca disciplina”; vasellame etrusco esposto al Museo Civico “Filippo Baldinucci” del Castello), romana (statua femminile forse di Demetra/Persefone, sarcofago marmoreo, capitello tardo-antico), medievale (fortificazioni, chiesa), rinascimentale (stemmi e opere d’arte in chiesa) e ottocentesca (logge del mercato) – formano, abilmente valorizzati, un sistema architettonico-culturale che Emanuele Repetti nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana del 1835 ebbe a definire «flos in floris» (“fiore nel fiore”). Un sistema fatto di tanti, piccoli e grandi, richiami identitari (come gli affreschi a tema repubblicano-savonaroliana nella Sala del popolo o la leggenda della spada di Pier Capponi, il capo della Repubblica fiorentina che, assieme al Savonarola, riuscì ad arginare la prepotenza del re di Francia Carlo VIII, assurgendo a simbolo dell’orgoglio patriottico fiorentino, toscano e italiano in genere) ed emozioni (come il superbo panorama che si domina dall’ex Giardino dei Semplici del castello) che il pellegrino attento non mancherà di notare e integrare con il fatto che Lari fu, fino alla morte del sistema mezzadrile nel XX secolo, il centro amministrativo e di mercato principale di un’ampia fetta di Toscana.
Il cammino, piacevole da fare anche in estate (essendo per lo più in zone alberate), prosegue per Usigliano: ridente paese di antichi monumenti e belle ville, la cui storia si lega a quella di uomini e donne illustri, quali il compositore hollywoodiano Mario Castelnuovo-Tedesco e Teresa Mattei, la più giovane deputata all’Assemblea costituente della Repubblica Italiana del 1946-48 e infaticabile promotrice dei valori della Costituzione, della democrazia, della pace (nello spirito di Aldo Capitini fu tra gli organizzatori della Marcia della pace delle Colline, da Collesalvetti e Lari), della sovranità popolare diffusa e dell’autogoverno dei cittadini. A Usigliano si visiti la parrocchiale, l’annesso oratorio (medievale) e il Museo delle attività agricole e del presepe (prenotare).
Scendendo nella Valle dell’Écina (famosa per i suoi numerosi mulini di origine medievale) si arriva a Sant’Ermo (interessanti i vecchi lavatoi da poco recuperati per iniziativa della locale comunità).
Si sale quindi al Santuario della Madonna de’ Monti, da sempre luogo di ritrovo di popolo, sia religioso che civico-politico (festa del primo maggio), dal quale un superbo panorama sulla Val di Tora ci mostra, in lontananza, Lorenzana, le colline di Orciano e Santa Luce e, più vicino, le macchie di Gello Mattaccino (nel medioevo “tebaide” popolata di vari insediamenti eremitici) e Monteforti (paese abbandonato ma un tempo sede di un importante santuario mariano): tutte terre sulle quali un tempo dominavano i Giuli Rosselmini Gualandi.
Da qui si prosegue per Ceppato (con bella torre medievale) e Parlascio, dove si visiteranno la Chiesa parrocchiale con annessi resti delle mura dell’antico castello che si vorrebbe “secondo leggenda popolare” (come la Rocca di Collemontanino e la Chiesa di San Marco in Sovigliana) essere stato costruito per iniziativa di Matilde di Toscana, “la Sant’Elena di Toscana” (come ebbe a definirla il Repetti). La chiesa è veramente un gioiello sia per la sobria facciata romanica che per le sculture e gli affreschi conservati all’interno. Tra questi ultimi si distinguono la Madonna del Latte e il Volto Santo di Lucca, che ci ricorda come qui siamo su quello che fino al XVII secolo era il “limes” della diocesi (e quindi, ancor prima, dello Stato) di Lucca. Nell’area soprastante la chiesa sono in corso importanti scavi archeologici, i cui reperti sono esposti a Casciana Terme, cittadina raggiunta dal cammino passando da Sammuro, gruppo di case sulle cui pareti il pellegrino avrà la sorpresa di trovare i ritratti di varie figure maschili e femminili in abiti orientali (tra questi si riconosce il ritratto del sultano Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli).
Ormai la voglia di un bel bagno turco rigenerante ci fa allungare il passo verso la «regina delle terme», «il più riposante e segreto fra i centri termali» dal fascino «ancora granducale, collodiano, toscanissimo» (come ebbe a scrivere nel 1968 il giornalista e scrittore Carlo Laurenzi sul Corriere della Sera). Ed effettivamente sono molte le testimonianze lasciate dagli illustri ospiti che nei secoli hanno potuto provare gli effetti benefici di queste terme. Primi tra tutti, Malatesta IV signore di Pesaro (1370-1429), Ciriaco d’Ancona (1391-1452, grande erudito umanista e attivista in favore delle repubbliche di Ancona e Ragusa), Paola Malatesta (1393-1449) signora di Mantova (e per questa detta "Paola di Mantova"), i sovrani di Toscana (Pietro) Leopoldo I e Ferdinando III, per arrivare al grande poeta Dino Campana e alla scrittrice (e attivista del movimento per l’emancipazione della donna) Sibilla Aleramo qui di passaggio durante il loro tormentato pellegrinare amoroso (la cui storia è stata raccontata nel film Un viaggio chiamato amore diretto da Michele Placido nel 2002). Tra tutti gli ospiti delle terme forse il più importante, almeno per chi percorre questo tratto del Cammino d’Etruria, è da considerare Giovanni Mariti, che durante le cure ai Bagni ad Acqua ebbe modo di visitare in lungo e in largo ogni angolo, borgo e vallata di questa che sarà definita più tardi “la parte più bella di Toscana”, lasciandone una puntuale descrizione nel suo Odeporico (ancora oggi preziosissima fonte storica).
L’itinerario suggerito in Casciana Terme vi porta dentro Petraia, il nucleo più antico della cittadina, dove troviamo la bella medievale Torre Aquisana e il Santuario di San Martino (oggi in restauro, ma ricco di arte e storia; ancor vivissima la festa popolare, con albero della cuccagna, il 3 maggio di ogni anno). A Casciana Terme, oltre ai bagni e alla collezione di reperti archeologici provenienti da Parlascio, merita una visita anche la Pieve di Santa Maria Assunta e la graziosissima e suggestiva piazzetta del mercato vecchio.
L’ampia offerta di alloggi, ristoranti, bar e trattorie rende Casciana Terme località ideale per il fine tappa.
Si esce da Lorenzana dalla parte della valle del fiume Isola in direzione Créspina: si intravedono, a sinistra, le colline di Tremoleto (che nel XVIII secolo fu sede del governatore del locale feudo dei conti Lorenzi) e Vicchio e, sulla destra, le colline di Mazzagamboli (che nel XIII secolo fu roccaforte del “podere” del clan degli Upezzinghi, eredi dei Cadolingi, che avevano fatto di queste colline la loro base per contrastare l’espansionismo della Repubblica di Pisa). Tappa successiva è il Belvedere di Crespina, dove il cammino passa davanti alla monumentale Villa Del Testa del Tignoso con annesso Oratorio del Santissimo Nome di Maria e San Ranieri (visitabile su prenotazione). A Crespina (toponimo etrusco) si visiti la Parrocchiale di San Michele Arcangelo (con importanti opere del Trecento toscano), la vecchia chiesa di San Michele e l’Oratorio di San Rocco (sempre su prenotazione) e la Casa Museo Carlo Pepi (con importantissime collezioni d’arte toscana otto-novecentesca; prenotare).
A Lari (dove potreste fare anche una sosta per il pranzo) gli elementi stratificati di varie epoche - etrusca (toponimo, tre accessi principali come prescritto dalla prassi della così detta “etrusca disciplina”; vasellame etrusco esposto al Museo Civico “Filippo Baldinucci” del Castello), romana (statua femminile forse di Demetra/Persefone, sarcofago marmoreo, capitello tardo-antico), medievale (fortificazioni, chiesa), rinascimentale (stemmi e opere d’arte in chiesa) e ottocentesca (logge del mercato) – formano, abilmente valorizzati, un sistema architettonico-culturale che Emanuele Repetti nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana del 1835 ebbe a definire «flos in floris» (“fiore nel fiore”). Un sistema fatto di tanti, piccoli e grandi, richiami identitari (come gli affreschi a tema repubblicano-savonaroliana nella Sala del popolo o la leggenda della spada di Pier Capponi, il capo della Repubblica fiorentina che, assieme al Savonarola, riuscì ad arginare la prepotenza del re di Francia Carlo VIII, assurgendo a simbolo dell’orgoglio patriottico fiorentino, toscano e italiano in genere) ed emozioni (come il superbo panorama che si domina dall’ex Giardino dei Semplici del castello) che il pellegrino attento non mancherà di notare e integrare con il fatto che Lari fu, fino alla morte del sistema mezzadrile nel XX secolo, il centro amministrativo e di mercato principale di un’ampia fetta di Toscana.
Il cammino, piacevole da fare anche in estate (essendo per lo più in zone alberate), prosegue per Usigliano: ridente paese di antichi monumenti e belle ville, la cui storia si lega a quella di uomini e donne illustri, quali il compositore hollywoodiano Mario Castelnuovo-Tedesco e Teresa Mattei, la più giovane deputata all’Assemblea costituente della Repubblica Italiana del 1946-48 e infaticabile promotrice dei valori della Costituzione, della democrazia, della pace (nello spirito di Aldo Capitini fu tra gli organizzatori della Marcia della pace delle Colline, da Collesalvetti e Lari), della sovranità popolare diffusa e dell’autogoverno dei cittadini. A Usigliano si visiti la parrocchiale, l’annesso oratorio (medievale) e il Museo delle attività agricole e del presepe (prenotare).
Scendendo nella Valle dell’Écina (famosa per i suoi numerosi mulini di origine medievale) si arriva a Sant’Ermo (interessanti i vecchi lavatoi da poco recuperati per iniziativa della locale comunità).
Si sale quindi al Santuario della Madonna de’ Monti, da sempre luogo di ritrovo di popolo, sia religioso che civico-politico (festa del primo maggio), dal quale un superbo panorama sulla Val di Tora ci mostra, in lontananza, Lorenzana, le colline di Orciano e Santa Luce e, più vicino, le macchie di Gello Mattaccino (nel medioevo “tebaide” popolata di vari insediamenti eremitici) e Monteforti (paese abbandonato ma un tempo sede di un importante santuario mariano): tutte terre sulle quali un tempo dominavano i Giuli Rosselmini Gualandi.
Da qui si prosegue per Ceppato (con bella torre medievale) e Parlascio, dove si visiteranno la Chiesa parrocchiale con annessi resti delle mura dell’antico castello che si vorrebbe “secondo leggenda popolare” (come la Rocca di Collemontanino e la Chiesa di San Marco in Sovigliana) essere stato costruito per iniziativa di Matilde di Toscana, “la Sant’Elena di Toscana” (come ebbe a definirla il Repetti). La chiesa è veramente un gioiello sia per la sobria facciata romanica che per le sculture e gli affreschi conservati all’interno. Tra questi ultimi si distinguono la Madonna del Latte e il Volto Santo di Lucca, che ci ricorda come qui siamo su quello che fino al XVII secolo era il “limes” della diocesi (e quindi, ancor prima, dello Stato) di Lucca. Nell’area soprastante la chiesa sono in corso importanti scavi archeologici, i cui reperti sono esposti a Casciana Terme, cittadina raggiunta dal cammino passando da Sammuro, gruppo di case sulle cui pareti il pellegrino avrà la sorpresa di trovare i ritratti di varie figure maschili e femminili in abiti orientali (tra questi si riconosce il ritratto del sultano Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli).
Ormai la voglia di un bel bagno turco rigenerante ci fa allungare il passo verso la «regina delle terme», «il più riposante e segreto fra i centri termali» dal fascino «ancora granducale, collodiano, toscanissimo» (come ebbe a scrivere nel 1968 il giornalista e scrittore Carlo Laurenzi sul Corriere della Sera). Ed effettivamente sono molte le testimonianze lasciate dagli illustri ospiti che nei secoli hanno potuto provare gli effetti benefici di queste terme. Primi tra tutti, Malatesta IV signore di Pesaro (1370-1429), Ciriaco d’Ancona (1391-1452, grande erudito umanista e attivista in favore delle repubbliche di Ancona e Ragusa), Paola Malatesta (1393-1449) signora di Mantova (e per questa detta "Paola di Mantova"), i sovrani di Toscana (Pietro) Leopoldo I e Ferdinando III, per arrivare al grande poeta Dino Campana e alla scrittrice (e attivista del movimento per l’emancipazione della donna) Sibilla Aleramo qui di passaggio durante il loro tormentato pellegrinare amoroso (la cui storia è stata raccontata nel film Un viaggio chiamato amore diretto da Michele Placido nel 2002). Tra tutti gli ospiti delle terme forse il più importante, almeno per chi percorre questo tratto del Cammino d’Etruria, è da considerare Giovanni Mariti, che durante le cure ai Bagni ad Acqua ebbe modo di visitare in lungo e in largo ogni angolo, borgo e vallata di questa che sarà definita più tardi “la parte più bella di Toscana”, lasciandone una puntuale descrizione nel suo Odeporico (ancora oggi preziosissima fonte storica).
L’itinerario suggerito in Casciana Terme vi porta dentro Petraia, il nucleo più antico della cittadina, dove troviamo la bella medievale Torre Aquisana e il Santuario di San Martino (oggi in restauro, ma ricco di arte e storia; ancor vivissima la festa popolare, con albero della cuccagna, il 3 maggio di ogni anno). A Casciana Terme, oltre ai bagni e alla collezione di reperti archeologici provenienti da Parlascio, merita una visita anche la Pieve di Santa Maria Assunta e la graziosissima e suggestiva piazzetta del mercato vecchio.
L’ampia offerta di alloggi, ristoranti, bar e trattorie rende Casciana Terme località ideale per il fine tappa.
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