Tappa 5 - Le Colline e le valli tra la Càscina e la Sterza
Tappa n. 5: Le colline e le valli tra la Càscina e la Sterza
Da Casciàna Terme a Lajàtico via Morrona e Terricciola, tra colline di secolari vigneti, lungo l’antica “via dei vescovi-principi” di Volterra
Ancora una bella tappa che ci porta a fare il primo incontro con il contado volterrano attraverso un itinerario ricco di storia, cultura (a partire da quella enogastronomica), natura e suggestivi paesaggi. Lasciata Casciàna Terme, si attraversa la Càscina e si sale su a Morrona. Possibile deviazione passando da Badia di Morrona, un tempo sede di una potente badia camaldolese (adattata poi a residenza di campagna dei vescovi di Volterra) oggi inglobata in un’importante azienda vinicola. Si prosegue per Terricciola, cittadina oggi celebrata come “capitale del vino delle Colline”, e Lajatico, oggi famosa soprattutto per il “Teatro del Silenzio”. In entrambe le località si incontrano vari reperti archeologici di epoca etrusca come l’urna di “Atteone sbranato dai cani” (sempre visibile poiché incastonata sulla parete della canonica di Terricciola). Seguendo la strada che a suo tempo percorrevano i vescovi-principi volterrani, si scende a La Sterza (con attraversamento dell’omonimo torrente), patria di Andrea Bocelli, il famoso cantante di origini contadine che non ha mai reciso i legami con la sua terra e la sua cultura. Lajatico, con ampia offerta di alloggi e ristoranti, è ideale punto tappa.
Da Casciàna Terme a Lajàtico via Morrona e Terricciola, tra colline di secolari vigneti, lungo l’antica “via dei vescovi-principi” di Volterra
Ancora una bella tappa che ci porta a fare il primo incontro con il contado volterrano attraverso un itinerario ricco di storia, cultura (a partire da quella enogastronomica), natura e suggestivi paesaggi. Lasciata Casciàna Terme, si attraversa la Càscina e si sale su a Morrona. Possibile deviazione passando da Badia di Morrona, un tempo sede di una potente badia camaldolese (adattata poi a residenza di campagna dei vescovi di Volterra) oggi inglobata in un’importante azienda vinicola. Si prosegue per Terricciola, cittadina oggi celebrata come “capitale del vino delle Colline”, e Lajatico, oggi famosa soprattutto per il “Teatro del Silenzio”. In entrambe le località si incontrano vari reperti archeologici di epoca etrusca come l’urna di “Atteone sbranato dai cani” (sempre visibile poiché incastonata sulla parete della canonica di Terricciola). Seguendo la strada che a suo tempo percorrevano i vescovi-principi volterrani, si scende a La Sterza (con attraversamento dell’omonimo torrente), patria di Andrea Bocelli, il famoso cantante di origini contadine che non ha mai reciso i legami con la sua terra e la sua cultura. Lajatico, con ampia offerta di alloggi e ristoranti, è ideale punto tappa.
Mappa della tappa n. 5:
Si esce da Casciàna Terme passando dalla località di Fichino, con villa, chiesetta e case rurali (qui visse e fu ucciso nel 1922, davanti al padre, dall’odio politico e sociale, all’età di diciotto anni, il mezzadro Gino Bonicoli colpevole solo di lottare per l’emancipazione dei contadini della zona). Si giunge quindi alla Càscina, il fiume che oggi sfocia nell’Era nei pressi di Ponsacco (zona Travalda, l’antica corte del clan dei Cadolingi/Upezzinghi) ma che un tempo proseguiva verso la zona di Càscina-Lavaiano di Lari. Il torrente lo si attraversa su un ponte moderno sempre agibile. In certi periodi dell’anno (soprattutto nei mesi caldi dell’estate) è offerta anche la possibilità di fare un guado (attenersi con scrupolo alle indicazioni di sicurezza riportate in situ e sulla presente pagina web nella sezione “Avvisi sulla percorribilità”).
Da qui il tracciato principale prosegue per Morrona. Volendo si può fare una deviazione che porta alla stessa meta ma passando dalla Badia di Morrona, un tempo centro religioso monastico principale di tutta la zona e oggi parte di una rinomata azienda vinicola dedita anche all’ospitalità rurale. La Badia fu fondata dal “magnus comes” (“gran conte”) Ugo dei Cadolingi, del clan che - discendente da un ceppo comune con i Della Gherardesca e i Guidi (che Matilde di Toscana voleva elevare al rango di casato ducale di Toscana) - estendeva il suo potere tra Pistoia, Pescia e Fucecchio e la Val di Càscina. Con la crisi dei Cadolingi la badia entrò nell’orbita pisana e quindi volterrana. Per volere dei vescovi (in origine vescovi-principi) di Volterra fu trasformata in loro signorile residenza di campagna. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, si consideri che tra i vescovi volterrani troviamo nomi del calibro di Ildebrando Pannocchieschi ("capitaneus" della Lega militare-politica pan-toscana di San Genesio nel 1197) e Francesco Soderini, cardinale, esponente di spicco della savonaroliana Repubblica di Firenze e suo principale ambasciatore (per esempio fu presso Cesare Borgia insieme a Machiavelli, con cui condivise molte idee, tra le quali l’importanza di istituire in Toscana una milizia popolare). L’ex-badia è oggi proprietà privata e al momento è visitabile solo in alcuni giorni dell’anno (compatibilmente con le esigenze della proprietà è possibile organizzare visite per gruppi).
Oggi la funzione di maggior centro di cultura della zona, un tempo svolta dalla badia dell’ordine di San Romualdo, è passata a Morrona, sede infatti della biblioteca pubblica del comune di Terricciola. A Morrona si visiti anche la bella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (se è chiusa chiedere la chiavi in paese) e si approfitti di una sosta (anche solo per un buon caffè) al Circolo ex Cambattenti (bello il panorama, interessante la piccola biblioteca).
Si prenda quindi il sentiero di Via dell’acqua che vi porterà a Terricciola, dove vi accoglieranno ampi panorami, bei palazzi e importanti chiese (in primis il Santuario della Madonna di Monterosso), e dove è possibile ammirare l’urna etrusca di “Atteone sbranato dai cani” (incastonata dal locale parroco nel ‘700 sul muro esterno della canonica della parrocchiale di San Donato) e la collezione di cippi sepolcrali etruschi esposti all’Ipogeo del Belvedere (aperto u prenotazione). Terricciola vanta tra i suoi più illustri cittadini l’umanista Agostino Vespucci, funzionario della Repubblica di Firenze e segretario di Niccolò Machiavelli, e Francesco Cempini, procuratore imperiale ai tempi in cui la Toscana faceva parte della Francia di Napoleone, poi ministro, primo ministro e presidente del senato toscano ai tempi di Leopoldo II.
Da Terricciola si scende nella valle della Sterza, torrente con alveo ampio e con estesi greti ghiaiosi, che andiamo ad attraversare in località La Sterza, moderno centro sorto sull’attuale strada principale per Volterra e degno erede dell’antico borgo di Pava (ne rimane traccia nel bel casolare denominato Pieve de’Pitti). La Sterza offre oggi vari servizi di ristoro e una mostra dedicata ad Andrea Bocelli (che qui è nato) e alla storia della sua famiglia. Dalla Sterza, si sale a Lajatico, borgo sorto per iniziativa della potente famiglia dei Pannocchieschi (ramo d’Elci) e passato poi in buona parte ai Corsini, altra potente famiglia toscana (alla quale appartenne, per esempio, papa Clemente XII) che aveva il suo centro maggiore di dominio locale a Ospedaletto. Con i suoi bei palazzi, la parrocchiale di San Leonardo del Limosino, la bella piazza del Pretorio e un’ampia offerta di ristoranti e alloggi, Lajatico è località ideale per il fine tappa.
Si esce da Casciàna Terme passando dalla località di Fichino, con villa, chiesetta e case rurali (qui visse e fu ucciso nel 1922, davanti al padre, dall’odio politico e sociale, all’età di diciotto anni, il mezzadro Gino Bonicoli colpevole solo di lottare per l’emancipazione dei contadini della zona). Si giunge quindi alla Càscina, il fiume che oggi sfocia nell’Era nei pressi di Ponsacco (zona Travalda, l’antica corte del clan dei Cadolingi/Upezzinghi) ma che un tempo proseguiva verso la zona di Càscina-Lavaiano di Lari. Il torrente lo si attraversa su un ponte moderno sempre agibile. In certi periodi dell’anno (soprattutto nei mesi caldi dell’estate) è offerta anche la possibilità di fare un guado (attenersi con scrupolo alle indicazioni di sicurezza riportate in situ e sulla presente pagina web nella sezione “Avvisi sulla percorribilità”).
Da qui il tracciato principale prosegue per Morrona. Volendo si può fare una deviazione che porta alla stessa meta ma passando dalla Badia di Morrona, un tempo centro religioso monastico principale di tutta la zona e oggi parte di una rinomata azienda vinicola dedita anche all’ospitalità rurale. La Badia fu fondata dal “magnus comes” (“gran conte”) Ugo dei Cadolingi, del clan che - discendente da un ceppo comune con i Della Gherardesca e i Guidi (che Matilde di Toscana voleva elevare al rango di casato ducale di Toscana) - estendeva il suo potere tra Pistoia, Pescia e Fucecchio e la Val di Càscina. Con la crisi dei Cadolingi la badia entrò nell’orbita pisana e quindi volterrana. Per volere dei vescovi (in origine vescovi-principi) di Volterra fu trasformata in loro signorile residenza di campagna. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, si consideri che tra i vescovi volterrani troviamo nomi del calibro di Ildebrando Pannocchieschi ("capitaneus" della Lega militare-politica pan-toscana di San Genesio nel 1197) e Francesco Soderini, cardinale, esponente di spicco della savonaroliana Repubblica di Firenze e suo principale ambasciatore (per esempio fu presso Cesare Borgia insieme a Machiavelli, con cui condivise molte idee, tra le quali l’importanza di istituire in Toscana una milizia popolare). L’ex-badia è oggi proprietà privata e al momento è visitabile solo in alcuni giorni dell’anno (compatibilmente con le esigenze della proprietà è possibile organizzare visite per gruppi).
Oggi la funzione di maggior centro di cultura della zona, un tempo svolta dalla badia dell’ordine di San Romualdo, è passata a Morrona, sede infatti della biblioteca pubblica del comune di Terricciola. A Morrona si visiti anche la bella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (se è chiusa chiedere la chiavi in paese) e si approfitti di una sosta (anche solo per un buon caffè) al Circolo ex Cambattenti (bello il panorama, interessante la piccola biblioteca).
Si prenda quindi il sentiero di Via dell’acqua che vi porterà a Terricciola, dove vi accoglieranno ampi panorami, bei palazzi e importanti chiese (in primis il Santuario della Madonna di Monterosso), e dove è possibile ammirare l’urna etrusca di “Atteone sbranato dai cani” (incastonata dal locale parroco nel ‘700 sul muro esterno della canonica della parrocchiale di San Donato) e la collezione di cippi sepolcrali etruschi esposti all’Ipogeo del Belvedere (aperto u prenotazione). Terricciola vanta tra i suoi più illustri cittadini l’umanista Agostino Vespucci, funzionario della Repubblica di Firenze e segretario di Niccolò Machiavelli, e Francesco Cempini, procuratore imperiale ai tempi in cui la Toscana faceva parte della Francia di Napoleone, poi ministro, primo ministro e presidente del senato toscano ai tempi di Leopoldo II.
Da Terricciola si scende nella valle della Sterza, torrente con alveo ampio e con estesi greti ghiaiosi, che andiamo ad attraversare in località La Sterza, moderno centro sorto sull’attuale strada principale per Volterra e degno erede dell’antico borgo di Pava (ne rimane traccia nel bel casolare denominato Pieve de’Pitti). La Sterza offre oggi vari servizi di ristoro e una mostra dedicata ad Andrea Bocelli (che qui è nato) e alla storia della sua famiglia. Dalla Sterza, si sale a Lajatico, borgo sorto per iniziativa della potente famiglia dei Pannocchieschi (ramo d’Elci) e passato poi in buona parte ai Corsini, altra potente famiglia toscana (alla quale appartenne, per esempio, papa Clemente XII) che aveva il suo centro maggiore di dominio locale a Ospedaletto. Con i suoi bei palazzi, la parrocchiale di San Leonardo del Limosino, la bella piazza del Pretorio e un’ampia offerta di ristoranti e alloggi, Lajatico è località ideale per il fine tappa.
[] []
[]
[]
[]