Sabato 23 aprile - Tappa 3 - Collesalvetti-Lorenzana
I pellegrini arrivano nel cuore di quella che nell'800 era detta la “parte più bella di Toscana”.
Ecco nei dettagli il percorso fatto ieri: uscito da Badia di Collesalvetti passando nuovamente dal Ponte Medìceo di Collesalvetti sulla Tora, il gruppo ha seguito il fiume fino ad un secondo Ponte Medìceo (in località Ponte a Santoro) arrivando a Torretta Vecchia, dove l'aspettava l'area archeologica di una “mansio” (ovvero una stazione di posta messa lì dal governo romano a disposizione dei suoi funzionari in transito) meritevole per i suoi importanti mosaici.
Arrivati a Luciana, piccolo abitato sobrio in cui il tempo sembra fermatosi (anche nella toponomastica, che non ha subito i soliti stravolgimenti moderni), si scende ad Acciaiolo, borgo moderno sorto nei pressi della stazione ferroviaria di Fauglia-Lorenzana (attualmente non più operativa) oggi noto soprattutto per un caseificio artigianale installato qui nel 1955 dalla famiglia Busti, giunta con la transumanza dall'Alta Garfagnana. Volendo da Acciaiolo il gruppo sarebbe potuto salire a Fauglia, importante e ospitale centro collinare (imponenti la chiesa, quasi un “duomo delle colline”, e il non meno imponente Palazzo del Governo, da visitare il museo dedicato al poliedrico pittore e illustratore di origine svizzera e francese Giorgio Kienerk, 1869-1948). Ma, considerando che il gruppo è in Toscana per completare tutto il Cammino d'Etruria fino a Volterra, la meta del gruppo ieri era un'altra: Lorenzana.
Giunti alla sommità di Lorenzana, posta a cavallo tra le due belle vallate della Tora e dell'Isola, premio meritato di viste panoramiche mozzafiato e la spartana eleganza contadina, arricchita da varie ville e palazzi signorili, tra i quali l'ex-Municipio - già sede scolastica oggi adibito a biblioteca (con oratorio che dà su una piazza che ha tutta l'aria di essere il luogo dove si radunava la comunità per le assemblee contadine) - e quello diruto dei conti Giuli Rosselmini Gualandi, la famiglia pisana (suo era anche il Palazzo Blu, oggi una delle istituzioni museali più importanti di Pisa) che dominava un po' tutto questo angolo di Toscana, compreso i boschi di Gello Mattaccino (che il Cammino d'Etruria sfiorerà nella tappa del giorno dopo). Ma di questo parleremo domani!
Resoconto della tappa, la n. 3, del cammino d'Etruria da Pisa a Volterra percorsa dal gruppo CAI Bologna e Pesaro.
Ieri il gruppo guidato da Damiana Fiorini e accompagnato da Fabrizio Baraglia, membro del direttivo dell'Ass.ne “Cammini d'Etruria” oltre che responsabile della tracciatura e della resa cartografica del progetto “Cammino d'Etruria”, ha percorso la valle della Tora da Collesalvetti a Lorenzana seguendo in buona parte l'antica via Règia Maremmana (un tempo arteria principale che collegava la Valle dell'Arno alle Maremme).
Momento cruciale è stato l'incontro con il Comune di Fauglia, rappresentato dal sindaco Alberto Lenzi, dall'assessore al turismo Emanuela Rombi e dal consigliere comunale Caterina Bernardini, che segue da vicino il progetto “Cammino d'Etruria” facilitandone con cura e dedizione la realizzazione. Un piccolo gesto di benvenuto, all'insegna dei prodotti tipici delle Colline di Fauglia e dintorni, tenutosi al caseificio Busti di Acciaiolo (presente Stefano Busti, che ringraziamo per l'ospitalità) che ha permesso ai pellegrini transappenninici di riposarsi nel corpo e nello spirito all'insegna del buon cibo, del buon vino e della cordialità contadina.
Una meritata sosta dopo aver visto e vissuto tanti bei luoghi ricchi di arte, storia e cultura: l'area archeologica della Mansio romana dei tempi di San Costantino imperatore a Torretta Vecchia, Castell'Anselmo con la sua bella chiesa (sempre aperta), il bel paese di Luciana (particolarmente caro a Diego Martelli, il grande critico d'arte e intellettuale risorgimentale, amico dei Macchiaioli e degli Impressionisti francesi, che qui soggiornava volentieri), Santo Regolo, il luogo in cui nel 1498 le truppe della Repubblica di Firenze subirono una delle più clamorose sconfitte militare che Nicolò Machiavelli e Francesco Guicciardini analizzarono in più occasioni nei loro scritti.
I camminatori sono rimasti molto contenti di una tappa tutta all'insegna del tipico paesaggio collinare toscano, alternato a borghi antichi, panorami mozzafiato e eccellenze eno-gastronomiche, arricchite da importanti monumenti (come la già citata area archeologica di Torretta Vecchia o i bei paesi di Castell'Anselmo, Luciana e Lorenzana) e da mille storie di antichi viandanti, pellegrini e pastori di passaggio sulla via Règia Maremmana per la transumanza delle greggi.
Ecco nei dettagli il percorso fatto ieri: uscito da Badia di Collesalvetti passando nuovamente dal Ponte Medìceo di Collesalvetti sulla Tora, il gruppo ha seguito il fiume fino ad un secondo Ponte Medìceo (in località Ponte a Santoro) arrivando a Torretta Vecchia, dove l'aspettava l'area archeologica di una “mansio” (ovvero una stazione di posta messa lì dal governo romano a disposizione dei suoi funzionari in transito) meritevole per i suoi importanti mosaici.
Passato Castell'Anselmo (e la sua semplice chiesetta in stile toscano ottocentesco con umile lapide funeraria in stile neo-classico), il gruppo è sceso a Torretta Nuova (in comune di Fauglia). Breve sosta al bar e poi via a passo lesto verso Santo Regolo, un tempo centro maggiore posto a guardia della Via Regia Maremmana.
Andando verso Luciana, la valle che si vede sulla destra, solcata dalla fossa Cunella, è il luogo dove tra il 20 e il 23 maggio 1498, alla vigilia dell'esecuzione del “profeta disarmato” Savonarola in Piazza della Signoria, si tenne un'importante battaglia, detta di Santo Regolo o di Malacoda, della quale parlano, tra i molti, anche Machiavelli (nel “Decennale primo” del 1504 e soprattutto nei “Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio” del 1519) e Guicciardini (nella sua “Storia d'Italia” del 1537-40). La battaglia, avvenuta nel momento di maggior crisi della repubblica democratica savonaroliana, vide le truppe (mercenarie) della Repubblica di Firenze (giunte lungo la direttrice Pontedera-Ponsacco-Lari sotto la guida di Guglielmo de' Pazzi, commissario, e Ranuccio di Antonio Bulgarelli conte di Mar(s)ciano, governatore degli eserciti fiorentini) tentare di sottrarre a quelle della rinata Repubblica di Pisa (700 cavalieri veneziani e 1000 fanti agli ordini del nobile friulano Giacomo Savorgnan) il provento dei loro saccheggi in Maremma. A causa anche del sopraggiungere di altre truppe venete da Pisa (sotto il comando di Tommaso Zen), gli eserciti di Firenze furono duramente sconfitte, complice - a dire del Machiavelli – un mancato coordinamento tra cavalleria e fanteria (che ebbe ben 400 morti). Tra i vari capi mercenari fiorentini fatti prigionieri, Ranuccio Bulgarelli fu ferito e fatto prigioniero ma, come spesso accadeva quando a scontrarsi erano eserciti mercenari, fu lasciato libero e poté mettersi in salvo nel castello di Lari, analogamente a ciò che riuscì a fare il commissario Guglielmo de' Pazzi.
Arrivati a Luciana, piccolo abitato sobrio in cui il tempo sembra fermatosi (anche nella toponomastica, che non ha subito i soliti stravolgimenti moderni), si scende ad Acciaiolo, borgo moderno sorto nei pressi della stazione ferroviaria di Fauglia-Lorenzana (attualmente non più operativa) oggi noto soprattutto per un caseificio artigianale installato qui nel 1955 dalla famiglia Busti, giunta con la transumanza dall'Alta Garfagnana. Volendo da Acciaiolo il gruppo sarebbe potuto salire a Fauglia, importante e ospitale centro collinare (imponenti la chiesa, quasi un “duomo delle colline”, e il non meno imponente Palazzo del Governo, da visitare il museo dedicato al poliedrico pittore e illustratore di origine svizzera e francese Giorgio Kienerk, 1869-1948). Ma, considerando che il gruppo è in Toscana per completare tutto il Cammino d'Etruria fino a Volterra, la meta del gruppo ieri era un'altra: Lorenzana.
La prima apparizione, netta e improvvisa, una vera e propria “epifania”, di Lorenzana il gruppo l'ha avuta in uscita da una fitta macchia. A tutti Lorenzana è persa quasi come una città etrusca antica. Con il suo netto profilo stagliato contro il cielo di Crespina e Lari, ha ricordato la “forma della città” descritta da Pier Paolo Pasolini a proposito dell'insediamento etrusco di Orte, mentre la posizione della bella (in stile tuscanico/toscano ottocentesco) chiesa di San Bartolomeo e San Cristoforo (il santo dei pellegrini per antonomasia), frontale, con la facciata squadernata al sole come una bandiera (come un santuario di Praeneste/Palestrina) dava il benvenuto e incitava, superato il ponte sul fiume Tora, ad allungare il passo verso il paese, il suo tempio, il suo albergo diffuso, salendo quasi di corsa la dritta strada che, in asse con il tempio cristiano, sale su quasi come una “via sacra” etrusca.
Giunti alla sommità di Lorenzana, posta a cavallo tra le due belle vallate della Tora e dell'Isola, premio meritato di viste panoramiche mozzafiato e la spartana eleganza contadina, arricchita da varie ville e palazzi signorili, tra i quali l'ex-Municipio - già sede scolastica oggi adibito a biblioteca (con oratorio che dà su una piazza che ha tutta l'aria di essere il luogo dove si radunava la comunità per le assemblee contadine) - e quello diruto dei conti Giuli Rosselmini Gualandi, la famiglia pisana (suo era anche il Palazzo Blu, oggi una delle istituzioni museali più importanti di Pisa) che dominava un po' tutto questo angolo di Toscana, compreso i boschi di Gello Mattaccino (che il Cammino d'Etruria sfiorerà nella tappa del giorno dopo). Ma di questo parleremo domani!
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